giovedì 30 aprile 2009

Insalata fredda di pasta o riso al tonno

L'inizio della bella stagione (speriamo!) porta al desiderio di pic nic, di piatti veloci e freschi, di leggerezza. O di un bel piatto che abbia tutte queste caratteristiche, possa essere trasportato facilmente per un pranzo da ufficio e sia un piatto unico. Cosa di meglio allora di una bella insalata di pasta? La mia preferita è a base di tonno, limone e prezzemolo! Ingredienti Per ogni persona: 80 grammi di pasta o riso 1/2 scatola di tonno al naturale o sott'olio 1/2 limone Prezzemolo, peperoncino, aglio (a seconda dei gusti) Eventuale sale, olio EVO o majonese Mettere a macerare in una insalatiera (che avrete strofinato con l'aglio se vi piace) il tonno a pezzetti, il succo del limone e il peperoncino (potete addirittura prepararlo in anticipo di qualche ora e mettere il composto in frigorifero). Cuocere la pasta (o il riso)al dente, scolarla(o), freddarla con acqua corrente e metterla nel composto di tonno. Aggiustare di sale, aggiungere il prezzemolo tritato (se piace) e un filo di olio EVO. Se non siamo a dieta, si può sostituire con un cucchiaio di majonese. Mettere il frigo fino al momento di inscatolare per il viaggio verso il lavoro. Un frutto, e il pranzo è servito. Ah! Attenti al peperoncino!

Ps se si usa la majonese, abbiate cura di non interrompere mai la catena del freddo.
Pps ingredienti alternativi: formaggio fresco a cubetti, mozzarella ben scolata a dadini, formaggio spalmabile al posto dell'olio, pezzetti di wurstel in aggiunta al tonno...

mercoledì 29 aprile 2009

Come si scrive una lettera?

Abbiamo parlato dell'indirizzo, poi dei criteri generali, poi della struttura della lettera.
Ora arriviamo al contenuto, con anche la parte di galateo, poi passeremo a fax ed e mail.


Vi ricordate le tre parti fondamentali della lettera? Dobbiamo riprenderle in mano, partendo dai criteri generali.


Della
data abbiamo già detto, se scriviamo "a bandiera" può andare benissimo in alto a sinistra del foglio (NB intendo sia quello di carta che quello elettronico). Usiamo il meno possibile le abbreviazioni, quindi scriviamo il luogo la data per esteso.
Costruendoci la carta intestata, abbiamo risolto il problema dell'intestazione del mittente (in cima al foglio, secondo i vostri gusti al centro o a sinistra), quella del destinatario va sotto la data, preceduta da "alla cordiale attenzione di" e "per conoscenza" a seconda del destinatario. Non sovrabbondate con i titoli, con le regole già dette.
Per evidenziare l'
oggetto, scrivetela parola "oggetto" in maiuscolo (è l'unica parte della lettera in cui si può usare) o in neretto.
Per la prima parte della lettera, iniziamo a fare dei distinguo.
A chi stiamo scrivendo? Possiamo scrivere a un conoscente, a un superiore, a una persona con cui siamo in affari o una ditta, a una pubblica amministrazione o azienda di servizi.
Se scriviamo ad un conoscente, inizieremo con il classico "Caro/a, Carissimo/a", seguito dal nome proprio. Se scriviamo per affari, avremo una "Spettabile ditta" o un "Gentile avvocato", la Pubblica amministrazione o l'azienda di servizi saranno "Gentili responsabili", o "Gentile dottor Paperino".
Non iniziamo a sovrabbondare con le maiuscole, soprattutto in mezzo alle parole; sta cadendo fortunatamente in disuso il "vorrei informarLa" ed aiutiamo la scomparsa della maiuscola fantozziana. Gli inglesi hanno una curiosa abitudine, il "topping and tailing": il "Caro amico" e i saluti sono scritti a mano. In Italia riserviamo questo privilegio alla firma, ma possiamo importare questa simpatica usanza.


Dopo i convenevoli, introduciamo l'argomento: se scriviamo una risposta, indichiamo i riferimenti della lettera precedente, o rammentiamola se stiamo rivolgendoci ad amici. Se stiamo richiedendo un bene o un servizio, esponiamo i nostri desideri. Questa parte è il ponte che ci porta alla questione centrale, il cuore della lettera.

Chiari, brevi, esaurienti. Rispettiamo i criteri giornalisitci delle 5 "W": Who (chi), Where (dove), When (quando), Why (perché) e soprattuto WHAT (cosa). Nella nostra esposizione dobbiamo rispondere alle cinque domande ed avremo un discorso completo. Rispettiamo sempre la struttura "soggetto"+"predicato"+"complemento" ed evitiamo subordinate e cambi di soggetto all'interno della stessa frase.

Anche se siamo gerarchicamente in subordine al destinatario, manteniamo sempre un signorile riserbo e una ferma dignità: insomma, mai "pregare umilmente", semmai "chiedere cortesemente".


Esposto il motivo dello scrivere, passiamo alla chiusura, composta da un'altra frase-ponte in cui si auspica l'accoglimento della richiesta, si esprime la gratitudine per la risoluzione di una questione o si spera di rimanere in contatto, e dai saluti. Non esiste miglior saluto di quello "cordiale" (che viene dal cuore), che può essere porto (meglio), espresso (meno bello) o mandato, se siamo in confidenza.
Ora arriva il clou: la firma!
Nome e cognome, sempre a mano. Se scriviamo per motivi di lavoro, sotto la firma possiamo apporre il nostro timbro, o la nostra qualifica, sempre evitando abbreviazioni o maiuscole malefiche. Ripeto, sotto la firma. Non sovrapposto (Beppe Severgnini nota giustamente che è un vizio italiano). In questa aggiunta possiamo eventualmente qualificarci per titolo di studio, qualora si trattasse di corrispondenza lavorativa e scriviamo per motivi per cui il destinatario possa essere interessato alla nostra qualifica.

E la spaziatura? In generale, vanno spaziati i paragrafi, quindi tra intestazione e cuore della lettera, lo spazio ci va, come va messo tra cuore della lettera e coda e tra coda e saluti. Nel cuore della lettera, se molto lungo, si mette una spaziatura quando si cambia argomento.

Che ne dite può andare? Fatemi sapere!


martedì 28 aprile 2009

Come cuocere correttamente la pasta

Una vecchia pubblicità diceva: "Sìssìssì... sembra facile fare una frittata". Io rielaboro "Sìssìssì.. sembra facile cuocere la pasta...".

O meglio, tutti sappiamo cuocere la pasta, più difficile è cuocerla bene, secondo le regole auree. Pari pari pari dal sacro testo di Ada Boni:

Cottura della pasta, regole di base

  • Per ogni 100 grammi di pasta calcolate 500 grammi di acqua; con poca acqua la pasta rimarrebbe collosa.
  • La pentola deve essere ampia e bombata, per girare bene la pasta.
  • Per ogni litro d'acqua si calcolino 10 grammi di sale (equivalenti ad un cucchiaio)
  • L'acqua va salata prima di metterla sul fuoco, in modo tale da evitare di scordarsi di salare.
  • La pasta va buttata quando l'ebollizione è tumultuosa.
  • Girare bene la pasta non appena la si è buttata in acqua.
  • Il tempo di cottura va calcolato dalla ripresa dell'ebollizione.
  • Tenete gli ingredienti per condire già pronti quando la scolate, in modo tale da non perdere tempo rischiando di scuocere la pasta.

Buon appetito!

PS trattandosi del post sulla cottura vi evito la querelle "Quando si mette il formaggio?".

La lettera parte seconda: la struttura

La seconda parte del nostro post sulla lettera inzia ad essere più specifica: curata l'estetica, andiamo a vedere il contenuto. Per prima cosa, stabiliamo cos'è una lettera: uno scambio di un messaggio tra un emittente e un ricevente. Affinché l'informazione sia intellegibile e venga recepita correttamente, bisogna usare un codice comune a tutti e due i soggetti. Tradotto in italiano corrente: voi dovete dire qualcosa ad un'altra persona. Per farvi capire, siate chiari e concisi. Prima di iniziare a scrivere, prendete nota dei punti chiave del vostro messaggio, per evitare di "perdere l'idea". Un buon testo, in generale, deve avere un'introduzione (o cappello), uno svolgimento e una chiusura. Nel nostro caso, l'introduzione sarà composta da:
  • Luogo e data
  • Intestazione del destinatario e del mittente
  • Oggetto
  • Prima parte della lettera
Il "cuore della lettera" esporrà invece il nocciolo della questione e la conclusione sarà formata da chiusura della lettera e saluti. Pronti? Bene, andiamo a svolgere il nostro temino!

Luogo e data; sembra facile... sappiate che è una delle parti della lettera che più attirano l'attenzione. Vi ricordate quando eravamo in prima elementare e datavamo i fogli del nostro quaderno? Esempio: Roma, 27 gennaio 1904 (eh sì, la mia età si vede tutta...). Se usate forme abbreviate (Roma, 25/01/1904 o Roma 27.01.1904) abbiate cura di usare lo stesso tipo di abbreviazioni per tutta la lettera (ad esempio, se nel testo appare un'altra data). Vi consiglio comunque di mettere la data per esteso, è molto più gradevole. Ora vi chiederete: ma dove va messa la data? E che credete di cavarvela con solo due post? Poveri illusi, ce ne sarà un terzo di puro sadismo postale.

Intestazione del destinatario e del mittente: PRIMA IL NOME E POI IL COGNOME, PRIMA IL NOME E POI IL COGNOME, sempre! Oooops, scusate, il mio attimo da Hannibal Lecter dell'italiano ha preso il sopravvento. Non c'è nulla di peggio di "Fantozzi ragionier Ugo" in un'intestazione (e figuriamoci in una firma). Non esagerate con i titoli, usateli se sono strettamente collegati al motivo della lettera (se scrivete ad un avvocato per questioni inerenti alla sua professione, possiamo tranquillamente intestare la lettera all'avvocato Azzeccagarbugli, se gli scriviamo in quanto affittuari di un suo appartamento, non è necessario). Aggiungiamo indirizzo, cap e città, ed ecco bell'e fatta l'intestazione.

Oggetto: non è indispensabile, ma è utile per chi riceve per inquadrare subito l'argomento del testo. Come scriverlo? Bhé, come ho fatto io con questo paragrafo penso vada bene!

Prima parte della lettera: ci mette in contatto con il ricevente e introduce in maniera un po'più articolata rispetto all'"Oggetto" la tematica. Diciamo che è un po' il riassunto del libro che troviamo in quarta di copertina, mentre l'oggetto è il titolo. Capite bene che, data la diffusa abitudine di giudicare un libro da questi due elementi, possiamo affermarne l'importanza. Sulle forme di esordio vi rimando al post sui contenuti, vi dico però che la prima parte della lettera non dovrebbe superare le 2/3 righe e deve essere separata dal corpo della lettera da uno spazio.

Il cuore della lettera
: espone con brevità, ma in maniera esauriente, il nostro messaggio. Siate chiari, ma concisi, non annoiate il lettore.


La chiusura della lettera
: ha lo scopo di cessare la comunicazione, lasciando però aperta la possibilità di un ulteriore contatto. Ha le stesse regole della prima parte (non più di 2/3 righe). Contiene due elementi di base: i saluti e la firma, su cui spiegheremo parecchie cosette.
Bene, questa è l'infarinatura. Il prossimo post sarà mooooolto più interessante. Andremo alle raffinatezze, suddivise ancora secondo questo schema.

sabato 25 aprile 2009

Investiamoooooooooooo!!!!

Finalmente, siamo arrivati al super post dei miei desideri. Fondamenti di investimento per micro risparmatori. Ho sempre parlato del barattolo dei risparmi, e è arrivato il momento di svuotarlo!

Ovviamente, lungi da me andare sul difficile, anche perché al giorno d'oggi non è aria, ma posso darvi qualche dritta dopo l'esperienza con i miei microrisparmi. Per quanto una cifra possa sembrare piccola, e l'inflazione bassa renda gli investimenti "sicuri" quasi a tasso zero, perché immobilizzare un capitale che, comunque, ci può rendere qualcosa?


Partiamo da due settori fondamentali: conti deposito (di solito on line) e risparmio postale. Li ho scelti perché possiamo gestirceli da soli, sono facili da seguire e prevedono l'investimento anche di somme minime.

Ovviamente, hanno dei pro e dei contro, che tenteremo di analizzare assieme.
Partiamo dal presupposto che, in questo mese e mezzo (oh mamma, il blog ha già novanta giorni) il vostro barattolo dei risparmi abbia fruttato quanto il mio (circa ottanta euro, potevo fare di più, mi hanno fregato i primi gelati...). Io sono comunque dell'idea che nessuna cifra è tanto piccola da non essere investita: il mio standard è cinquanta euro. Ogni volta che ho 50 euro in contanti li investo in qualche modo, principalmente nei modi che vi descriverò.


Conti deposito on line


Per aprire un
conto deposito on line di solito bisogna avere un conto d'appoggio, cioè un normale conto corrente. Al mio ho abilitato le funzioni internet con un preciso scopo: la possibilità di effettuare bonifici via internet gratuiti. In questo modo, possiamo giocare un po'con i nostri risparmi, sfruttando il meglio delle offerte del momento. Non farò pubblicità ad un conto o ad un altro, ma vi dirò chiaramente i pro e i contro di quelli che ho aperto io. Ad esempio una nota banca ora offre buoni acquisto o buoni benzina all'attivazione di un conto: i nostri 80 euro potranno allora diventare 130 senza muovere dito, e se un amico o un parente apre un altro conto collegandolo al nostro, addirittura 180. Se invece abbiamo somme che iniziano ad essere un po'più consistenti allora dobbiamo studiare bene i tassi di interesse. Cosa serve per aprire un conto on line?
  • Un conto d'appoggio "fisico"
  • Fotocopia della carta di identità
  • Modulo di apertura (quello che si richiede per telefono o via internet)
  • Un indirizzo e mail
  • Un accesso internet per controllare come vanno le cose
E soprattutto, un po'di buona volontà per far girare i soldi nel caso trovassimo offerte migliori! Per esempio, alcuni conti fanno pagare l'imposta di bollo ed altri no, altri fanno promozioni per qualche mese a tassi più alti, o se si blocca la somma per più mesi. A noi la scelta. I contro? Sono del tutto dematerializzati e bisogna avere una certa pratica con internet, posta elettronica e company.
Da chi è garantito questo tipo di investimento? Generalmente da una banca "fisica" o da un gruppo di investimenti.

Risparmio postale

Il classico! I rendimenti non sono altissimi, ma hanno spese certe e molto basse se non nulle.
Iniziamo dal caro e vecchio Libretto postale (sempre gradito dai nostri nonni). Non ci sono spese di apertura e chiusura conto, non c'è l'imposta di bollo, il regime fiscale è al 27%, ma gli interessi sono proprio bassini (dal sito delle poste: 1,35% normale, 1,85% oro, lordo). Per cifre piccole piccole abbiamo anche il buoni postali ordinari, ventennali o a 18 mesi. Per aprile 2009, i rendimenti dei primi sono al 3,90% lordo (2,41 netto), a scadenza (cioè dopo 20 anni), per i secondi rispettivamente 1,60% e 1,28. Per aprire un prodotto di risparmio postale, servono
  • Carta di identità
  • Codice fiscale
  • Modulistica fornita dalle Poste
Il pro maggiore di questi prodotti è la diffusione degli uffici postali e la facilità di apertura, il contro è che i tassi sono veramenti bassi. Non vi ho parlato di altri investimenti postali perché ce ne sono di legati all'alea (all'inflazione, alla borsa...), quindi per noi piccole formichine non ancora adatti.
Chi garantisce per questo tipo di investimento? Lo Stato, che gestisce il risparmio postale tramite la Cassa Depositi e Prestiti S.p.A.

Come al solito, aspetto consigli e punti di vista da parte vostra! Pronti a rompere il barattolo dei risparmi?

Il dramma della spesa, lo stato dell'arte

Confesso apertamente il mio debole. Adoro fare la spesa. Girerei per negozi di alimentari per tutto il giorno, anche se non devo comperare nulla. La mia perversione totale sono i negozi di alimentari storici o quelli vecchio stampo; ricordo con commozione Bologna e Parma, sotto questo aspetto il non plus ultra. Fui fulminata dalla food hall di Harrod's nel 1987, in Italia non esistevano ancora esposizioni di questo tipo, ed ho continuato a cercare l'eccellenza visiva e gustativa.

Esposto il mio delirio, passiamo alle cose serie: comperare cibo e consumabili spreme gran parte del nostro tempo libero (e del nostro stipendio). I bloggers americani hanno studiato una serie di tattiche al limite della paranoia per ridurre i costi della spesa. Calma e gesso, vediamo di trovare una via italiana al risparmio.

Come ho già detto per gli articoli da toilette, la prima fase è di esplorazione: analizzate il contenuto di ogni posto di casa vostra in cui c'è, o ci potrebbe essere, cibo. Smaltite le scorte. Inventatevi ricette che vi permettano di eliminare il salmone affumicato comperato per Natale e surgelato (ce lo abbiamo tutti, confessate), la confezione di besciamella pronta prossima alla scadenza, il tonno o la carne in scatola che "sono in offerta, compriamone 8!" (aggiungerò delle ricette con questi ingredienti), i crakers che ci guardano con cattiveria dallo stipetto del pane. L'opzione "pranzo da ufficio" è opportuna.

Tentate un record: quanti giorni riuscite a sopravvivere con le scorte senza fare la spesa se non per pane, latte (se non avete la scorta anche di quello UHT!) e frutta e verdura. Mettete i vostri rimasugli alimentari in bella vista e combinateli per studiare dei menù. Vi stupirete di quanto potrete andare avanti! Idem per detersivi e articoli da toilette.

FATTO? Bene. Ora pentitevi delle spese sbagliate (il burro al tartufo, ad esempio, sempre per le tartine di Natale: o mescolate burro vero e tartufo vero, o non vale! Il deodorante per ambienti all'orchidea di Timbuctù vi perseguiterà per un paio di mesetti, sappiatelo). Giurate a voce alta di non ripetere gli errori fatti (la penitenza la avete già avuta, dover ingurgitare quintali di cibo di cui non sospettavate nemmeno l'esistenza). Ora fate un bel respiro e riorganizzate la vostra vita e la vostra dispensa.

Al prossimo post!

venerdì 24 aprile 2009

Comunicazioni scritte: la lettera, primo passo

Quando ho scritto la prima burofollia, non pensavo che fosse un argomento così interessante per le persone che la hanno letta. Ho quindi deciso di andare avanti sull'argomento "corrispondenza" passando dall'esterno della busta a quello che la busta (anche elettronica!) contiene: una lettera, ovvio!

Al giorno d'oggi si pensa alla corrispondenza come un retaggio di tempi andati: sbagliato! Una buona lettera, un buon fax o una buona e mail possono far sì che la nostra richiesta, la nostra protesta o il nostro curriculum vengano presi in considerazione benevolmente.

Un buon testo ha due caratteristiche: un'estetica gradevole ed un contenuto chiaro, che si possono ottenere sia seguendo le consuete convenzioni, sia adattandole secondo il nostro gusto.

Una regola non scritta, ma che di solito funziona, è di non essere troppo prolissi: mai superare una pagina.

Partiamo dal classico dei classici, la lettera, per andare a fax ed e mail.

Una lettera leggibile: regole pratiche

Quando scrivo lettera leggibile intendo proprio leggibile nel senso letterale della parola (ommamma, questa frase o può essere intesa come un leggiadro chiasmo o come un'accozzaglia di ripetizioni. Fate voi).

Se scrivete a mano, siate chiari a tutti, non solo a voi stessi. Litigo con tutta la parentaglia quando mi presentano una lista della spesa illegibile, figuratevi quando devo sforzarmi ad interpretare documenti lavorativi in lineare A cretese. Idem per voi. O siete dei calligrafi, o scrivete a macchina o al computer.

Se scrivete al computer, PIETA', evitate il Comic sans MS che è il font più abusato degli anni tra il 2000 e il 2003! Idem per il Times News Roman, fa troppo veteroburocrate. Usate caratteri "senza grazie", come l'Arial o il Verdana (sono semplicemente i più leggibili, rispettivamente su foglio o su pc). Evitate come la peste il Matisse, a meno che non sia una lettera di ammissione ad un corso per ottici. Corpo del font, 12 (più piccolo non si legge, più grande è riservato, come vedremo, ai fax). Fate vedere di "saperci fare" con i programmi di videoscrittura: intestate la vostra carta carattere 8 o 10, fa una bella impressione saper usare le opzioni di questo tipo.

L'allineamento: fino ad una decina di anni fa, il giustificato era quasi d'obbligo, in realtà rende la lettura più difficoltosa a causa degli spazi irregolari tra parola e parola. Consiglio l'allineamento a bandiera a sinistra, si legge meglio ed è meno "quadrato" sul foglio.

Curate l'estetica (parliamo di lettere): studiate gli spazi (interlinea e tra paragrafi), in modo tale che il foglio sia pieno, ma non ricolmo, e ci sia uno stacco tra i vari elementi (il soggetto del prossimo post). Se spedite più copie di un testo, curate che siano tutte di ottima qualità (non fotocopie di fotocopie, ODIO i moduli e le lettere fotocopia di fotocopia, sanno di sciatto).

Abbiamo curato la cornice! Pronti per il quadro?


mercoledì 22 aprile 2009

Risparmiare su... le caramelle e la cioccolata

Io sono molto golosa (credo che lo abbiate capito). Ogni tanto mi piace levarmi qualche sfizio, ma, spesso, noto che gli sfizi sono molto costosi rispetto alla soddisfazione che ne traggo. Esempio classico, caramelle, gomme e cioccolata.
Primo consiglio: inseritele nella lista della spesa, costano meno al supermercato che al bar (anche se saranno così carine, esposte vicino alla cassa...).
Secondo consiglio: comprate una confezione per volta (una confezione di gomme, O una confezione di caramelle, O una confezione di cioccolatini).
Terzo consiglio: non comprate le confezioni delle "gondole" vicino alle casse, cercate il reparto apposito e confrontate i prezzi con calma.
Quarto consiglio: soprattutto per la cioccolata, il prezzo è inversamente proporzionale alla forma in cui si presenta (la tavoletta costa meno delle pastiglie, insomma). Comprate una tavoletta, dividetela in piccole porzioni ben incartate (riutilizzate anche la stagnola originale) e mettetene un pezzetto nel vostro sacchetto del pranzo: soddisfazione garantita e risparmio assicurato.
Sulle gomme: servono come sostituto per smettere di fumare, come dentifricio di emergenza e BASTA! Non ruminate tutto il giorno, non è bello per chi vi sta accanto (confesso, sono un ex bambina frustrata dall'apparecchio per i denti, a cui le gomme si attaccavano in letizia).

martedì 21 aprile 2009

Consiglio carino!

Avevo letto di provare a pulire i vetri con detersivo per piatti diluito in acqua e messo in uno spruzzino di recupero. Il risultato non CI ha soddisfatto (la commissione familiare, soprattutto la mia augusta genitrice, ha notato un eccesso di aloni). Abbiamo quindi variato l'uso dello spruzzino a aiuto nel lavaggio piatti. Avete presente quei due bicchieri o 3 piatti o cucchiai da cucina che ci capita di dover lavare di corsa? Senza prepararci ad una sessione completa di lavaggio, basta usare lo spruzzino su una spugnetta o direttamente sugli oggetti per assicurarci un'ottima azione pulente senza sprecare detersivo (con pochi pezzi non sappiamo mai come regolarci), razionalizzando anche l'uso dell'acqua (serve solo per il risciacquo finale).

Cosa c'è in dispensa?

Quanto amo i vecchi libri di cucina! Su uno, un libro omaggio di una nota casa produttrice di pasta, ho trovato una serie di consigli per organizzare frigorifero e dispensa. Ovviamente, bisogna aggiornare alle nostre esigenze i vecchi consigli: se viviamo soli o in due, la nostra dispensa sarà differente da quelle di una famiglia numerosa, e anche l'abitudine a ricevere gli amici potrà influenzare le nostre scorte.

Partiamo allora dalla dispensa!

Pasta: pasta lunga e corta, pastina per brodo e minestra, riso (parleremo con attenzione della cottura e della scelta di questi prodotti).
Scatolame: pomodori pelati, passata e passata rustica, fagioli e legumi in scatola, mais, tonno sott'olio e al naturale.
Salse: maionese in vaso o tubetto, ketchup, senape, besciamella e panna da cucina a lunga conservazione, tabasco.
E ora quelli che io chiamo "consumabili": farina (00, 0 se panificate o Manitoba), farina per polenta, anche precotta, zucchero, caffé, the e tisane, cacao, lievito e vaniglia per dolci fatti in casa, marmellata. Poi sono indispensabili l'olio evo e di semi, aceto, aceto balsamico, Marsala per insaporire qualche piatto, dadi da brodo o granulare.
Ci sono anche le spezie: sale, peperoncino, pepe, salvia, chiodi di garofano e cannella.
In ordine sparso abbiamo succedanei del pane (grissini, crackers...), fette biscottate e pane in cassetta, biscotti, succhi di frutta, bibite, latte a lunga conservazione.

Ed in frigorifero?

Latte fresco, uova, affettati, formaggi, carne... bhé, quello di nostro gusto! L'importante è non fare mega scorte di prodotti freschi per evitare che vadano a male.

Per il surgelatore avremo un post apposito, perché sarà uno dei nostri più preziosi alleati.

E come si scriveva sui vecchi quaderni della spesa: ho scordato nulla?
Un consiglio spassionato, che tratteremo con attenzione quando parleremo di organizzare la nostra spesa: facciamo scorta di prodotti non deperibili o che consumiamo molto, per evitare sprechi (nulla è peggio di dover buttare cibo andato a male!).

lunedì 20 aprile 2009

Come stilare una specie di budget di previsione fatto in casa

Vi ho consigliato in precedenza di prendere tutte le bollette e le fatture delle spese fisse degli ultimi 12 mesi. Perché? Per sadismo potrebbe essere già una risposta, in realtà avevo in mente un compitino da portare a termine.
Metodologia astrusa per uno pseudo budget

  1. Suddividete le varie bollette/fatture a seconda del tipo (luce, gas, rate...).
  2. Sommate l'importo di ogni tipologia di fattura (quanto avete speso in 12 mesi per la luce, quanto per il gas...)
  3. Dividete per 12 i vari risultati e segnateli
  4. Ora sommate i vari risultati (luce + gas + rate...).

Otterrete, ad occhio e croce, la cifra delle spese fisse che affrontate ogni mese. Vi accorgerete con stupore che sarà, come dicono nei migliori bar di Caracas, un "botto".
Per le spese non fisse, il discorso può essere simile, e potete avere un proto budget analizzando gli scontrini delle ultime due settimane.

Ora avete il quadro della situazione: dobbiamo far quadrare i conti, cioè spendere meno di quanto si guadagna. Affronteremo mano mano vari metodi per ridurre le spese, fisse e non, per arrivare a "pagare noi stessi" e, se abbiamo debiti, a "pagare gli altri" e magari farci avanzare anche qualcosa. Vedremo per ogni categoria di spesa come ottimizzare i nostri soldi.
Pronti per la settimana? E vi ricordate che dobbiamo investire? Allora a domani!

domenica 19 aprile 2009

Guardate un po'.....

C'è una nuova pagina su Wikipedia!

http://it.wikipedia.org/wiki/Economia_personale

Come fare il pane in casa

500 grammi farina (00, 00 + manitoba, fate voi), 1/2 cubetto di lievito di birra, 1 cucchiaio di olio EVO, 2 cucchiaini di sale, 2 cucchiaini di miele o zucchero, acqua (dipende dalla farina, diciamo dai 200 ai 300 cc) a temperatura ambiente.

Sbriciolare il lievito di birra in un bicchiere, aggiungere lo zucchero o il miele, poca acqua e mescolare bene. Setacciare in una piccola ciotola 100 grammi di farina, aggiungervi il mix del lievito e mescolare/impastare fino ad ottenere un panetto morbido. Coprire di pellicola per alimenti e far lievitare fino al raddoppio.

Setacciare la restante farina in una ciotola grande, aggiungervi l'olio, il panetto e, mescolando con un cucchiaio, tanta acqua da ottenere dei "fiocchi" di pasta ben imbevuti di liquido. A questo punto viene il bello.

Rovesciare il contenuto della ciotola sul tavolo/spianatoia della cucina e impastare per 5 minuti buoni con una certa energia. Io di solito lo faccio seguendo le partite di rugby, ispirano. Se la pasta si seccasse, inumidirla con 1 cucchiaino di acqua e continuare la lavorazione (la sensazione tattile deve essere quella che si ha quando si compera il das e si apre la confezione: toccando la pasta, si deve sentire un po'di umidità). Aggiungere il sale e continuare a lavorare fin quando l'impasto non sarà omogeneo (non si dovranno sentire più i granelli del sale).

Far lievitare in ciotola coperta per 30 minuti (la lievitazione deve "prendere"). Infarinare una teglia, formare il filone, porlo nella teglia, infarinarlo, fare dei tagli obliqui sulla superficie e coprirlo con un canovaccio IMMACOLATO. Far raddoppiare. Preriscaldare il forno al massimo, infilarvi con delicatezza la teglia con il pane e cuocere 10 minuti, poi abbassare il calore (190 gradi circa) e cuocere per altri 20/25 minuti. Fare la prova stuzzicadenti, sfornare e gustare.

giovedì 16 aprile 2009

Proposta per l'elaborazione di un budget personale

Abbiamo introdotto l'argomento budget, cioè del bilancio di previsione della nostra super azienda (casa nostra, ovvio).
Proviamo ad impostare un budget di previsione? Ok, carta, penna, e archivio delle bollette.

Abbiamo due macro aree di intervento: spese fisse e spese variabili.

Dobbiamo quindi avere almeno un'idea di quanto spendiamo per le due voci. Come fare? Per prima cosa individuiamo le spese fisse e le spese variabili dettagliandole.

Spese fisse:

  • Mutuo/affitto
  • Tasse locali (Tarsu, ICI seconde case ecc.)
  • Bollette (Luce, gas, telefono, acqua..)
  • Canone TV
  • Bollo auto
  • Assicurazione auto
  • Rate di eventuali prestiti
  • Rette per scuole o palestre/baby sitter
  • Altro (qui aspetto il vostro consiglio)

Spese variabili:

  • Vitto
  • Benzina
  • Medicinali
  • Detersivi
  • Abbigliamento
  • Vacanze e viaggi
  • Trasporti
  • Divertimenti (cinema, teatro, hobbies)
  • Spese scolastiche o di istruzione
  • Altro (idem con patate per i suggerimenti)
Siamo pronti???? Bene. Sono molte voci, chiaramente per capire quanto spendiamo in media ci servirà un aiuto e un metodo. Dato che mi piace procedere per piccoli passi, vi assegno il compitino del venerdì: tirate fuori tutte le testimonianze delle spese fisse degli ultimi 12 mesi, una penna e un quaderno nuovo o preparate al PC un bel foglio excel dal nome Budget2009.xls.

Avremo un divertentissimo sabato (qui parte la musica di Darth Vader).






mercoledì 15 aprile 2009

Il budget, questo sconosciuto

Allora, dai rudimenti di economia che ho pubblicato finora ogni tanto spunta la parola "budget".
Ma cos'è in realtà il budget? Lo sentiamo nominare ogni tanto al telegiornale, sappiamo che spesso si sfora, ma lo vediamo come qualcosa lontano dalla nostra vita quotidiana. Errore.... Il budget è tra noi, e ci può veramente aiutare.

Copio pariparipari da Wiki: Il budget (dal francese bougette, borsa) è il bilancio di previsione e rientra tra gli strumenti fondamentali di programmazione e controllo dell'azienda. Partendo dalla previsione delle vendite e tenendo conto delle scorte esistenti e dei costi da sostenere (ore uomo, materie prime, servizi esterni, ecc.) espone i ricavi presunti.

Ed eccoci qui al nostro scopo: Il budget familiare o personale è costituito essenzialmente dall'elenco delle entrate, quali retribuzioni, pensioni, e qualsiasi altro tipo di ricavo, e una previsione delle uscite ossia delle spese di qualsiasi natura, sia variabili che fisse quali, ad esempio, affitto, mutuo, assicurazioni, ma anche cibo, acqua, luce, telefono, ecc.

Capite perché vi ho consigliato di tracciare le entrate e le uscite? Perché, come ci aiuta a capire Wiki: Le entrate dovrebbero essere sufficienti a coprire (pareggiare) le uscite. In caso negativo è necessario prevedere come coprire la parte mancante, ad esempio con un prestito, oppure tagliare eventuali spese, od ancora rimandare al futuro la parte non disponibile usufruendo di acquisti a rate (con finanziamento).

Ho messo in rosso la mia parte preferita. Da oggi inizieremo a parlare spesso di budget, e di come, alla fine, dobbiamo mettere in pratica il vecchio consiglio: spendere meno di quanto si raccoglie.

Zuppa di zucca

Zuppa di zucca

Soffriggere in olio extravergine di oliva cipolla, peperoncino (che poi va tolto) ed un trito di carota e sedano.
Aggiungere 1/2 kg di zucca a tocchetti, 2-3 patate sempre a tocchetti ed un paio di cucchiai di passata di pomodoro.

Insaporire per qualche minuto ed aggiungere circa 1 lt di brodo di dado.
Cuocere per 20 minuti e poi frullare.

A piacere, si possono aggiungere a fine cottura della panna liquida e del timo.

Le dosi possono variare a seconda che si voglia una zuppa più o meno densa.

Con le stesse proporzioni si può preparare la zuppa di patate (circa 1 Kg) e la misteriosa "Zuppa di recupero" i cui ingredienti si perdono nella notte dei tempi e nei meandri dei frigoriferi....

lunedì 13 aprile 2009

Organizziamoci! Le saponette da albergo e compagnia cantante!

Approfitto della pausa pasquale per parlarvi di un argomento scottante: tutte quelle belle robine che gli alberghi forniscono ai clienti e che i clienti asportano (legalmente, non vi porterete mica via gli asciugamani, VERO???).

Tornati a casa, ci ritroviamo nella valigia un bel po' di cosine che abbandoniamo in un cassetto o in un armadietto del bagno. Di solito avremo: minisaponette, bagnoschiuma/shampoo, cuffiette da doccia, e, se l'albergo è di lusso, spugnette imbevute di lucido per scarpe, fazzolettini di carta, cotton fioc, spazzolini da denti, rasoi, kit da cucito, kit da unghie, crema idratante.

Non iniziate a fischiettare guardandovi intorno: lo facciamo tutti. Il problema è che lo facciamo SEMPRE e non utilizziamo mai il frutto della nostra razzia. Complice un cassetto oramai stracolmo, ho deciso di utilizzare il mio bottino, con una serie di accorgimenti che condividerò con voi.

Sapone: utilizzo classico, sapone ospiti (ehm... sugli asciugamani è scritto così), utilizzo furbo, saponetta di supporto. Ne ho messa una accanto a quella ufficiale e, invece di usare quella grande, quando mi ricordo uso quella piccola. Ci sono due risultati: smaltisco pian piano la scorta e la saponetta "compera" dura di più perché "matura" ulteriormente bagnandosi di meno. Nove saponettine fanno una saponetta standard: mettete 1 euro nel barattolo dei risparmi quando raggiungete questo traguardo. Con i mozziconi di saponetta potete anche pretrattare le macchie o fare bucati veloci!

Bagnoschiuma/shampoo: ottimo detersivo per lana e delicati!

Spazzolino e dentifricio: lo spazzolino lo utilizzo normalmente (non sono un gran ché, da inizio anno ne ho consumati 3), il dentifricio (di solito made in PRC!) lo uso per pulire oggettini in argento di poco pregio (il dentifricio mangia i punzoni!). Ogni 3 mesi di uso di spazzolino da albergo, un bell'euro nel barattolo, please!

Cuffiette da doccia: per le ladies, sono ottime per far prendere meglio le tinture fatte in casa o le maschere per capelli, o per proteggere le chiome quando friggete.

Per gli altri consumabili: metteteli sotto! Lucidate le scarpe con le spugnette, cucite i bottoni con i kit (tenetene uno di riserva nel portafoglio), spalmatevi con l'idratante, usate i cotton fioc, le limette, i rasoi (una sola volta, non è che abbiano un gran filo) ed i fazzoletti di carta.

Libererete i cassetti e riempirete il barattolo dei risparmi!
Se siete bravibravibravi potete preparare un piccolo kit per il fine settimana (saponetta, bagnoschiuma/shampoo e balsamo, una saponettina nella sua scatolina, toiletterie varie) e usarlo quando andate in hotel. Razzier... ooops potrete prendere sano sano tutto quello che vi hanno messo a disposizione.

E fra poco avremo il post sui viaggi furbi, tenetevi pronti!

giovedì 9 aprile 2009

E per Pasqua...

... pensiamo ai nostri amici Abruzzesi! Sms, bonifico, conto corrente postale. Tutto fa, anche un euro, o, se partono i convogli di volontari dal vostro paese/città, andate a sentire cosa può essere utile. Buona Pasqua, ragazzi e ragazze, a presto per i nostri piani di risparmio!

mercoledì 8 aprile 2009

Gestione del microrisparmio

Spero che il barattolo dei risparmi inizi a dare i suoi frutti. Il vostro compito, durante il fine settimana lungo, sarà aprirlo e contare i soldi. Se la cifra supererà i 100 euro, avrete un nuovo esercizio per il mese di aprile: aprire una forma di deposito.

La maggior parte di noi ha un conto corrente in cui confluiscono i nostri redditi: è una forma di accumulo comoda da gestire (una volta aperto e stabilita l’alimentazione, va avanti da sé), ma che rende poco o nulla, tra tassi di interesse minimi e spese di gestione.

Rimasi molto sorpresa, ad un corso di inglese, quando l’insegnante disse che nel mondo anglosassone tutti avevano 2 conti: uno corrente, per avere bancomat, assegni eccetera, ed uno di risparmio, che non permetteva queste operazioni, ma garantiva un maggiore interesse. Girovagando per la rete, ho visto che effettivamente questa suddivisione viene raccomandata.

A questo punto, penso abbiate capito il mio scopo per il barattolo: perché tenere ferma una cifra, piccola che sia, se può rendere anche un minimo interesse? Allora siate pronti, analizzeremo le varie forme di micro deposito o micro accumulo: i nostri micro risparmi potranno mettere le basi di un macro capitale (non ridete, Paperon de’Paperoni non ha forse iniziato con la numero uno)?

martedì 7 aprile 2009

Petti di pollo semplici semplici

Oggi, dopo la sbornia del debito... Cucina furba!

Petto di pollo in varie maniere.

Tagliare a striscioline il petto di pollo (si possono ricavare anche dalle fette) ed infarinatele leggermente.
Scottarle in una padella con un po'd'olio. Toglierle dalla padella e metterle in un piatto.

A questo punto potete mettere nella padella:

Una mezza bicchierata di buon porto

Oppure

Vino bianco

Oppure

Un trito di prezzemolo, buccia di limone ed aglio ed il succo di un limone

Oppure

Panna da cucina e mandorle tritate.

Lasciare ridurre leggermente, poi reinserire il pollo per insaporirlo fino a fine cottura.

Stesso procedimento con le più costose fettine di maiale o vitella.

venerdì 3 aprile 2009

Gestione del debito. Pagare i debiti con metodo. Debt snowball

Premessa: dato che sono un'economa domestica, e non un'economista, questo metodo non è magari scientificamente conveniente, ma è di facile gestione ed efficace per la riduzione dei debiti domestici. E'una tecnica molto consigliata negli Stati Uniti per la gestione dei debiti da carta di credito e debito. Per noi, sarà utile per gestire finanziarie e mutui.

Primo passo: scrivere tutti i debiti che si hanno, con importo e rata minima mensile da pagare.
Elencarli dal più piccolo al più grande.

Secondo passo: pagare tutte le rate mensili SEMPRE.

Terzo passo: cercare di avere una somma extra per pagare il debito più piccolo (rata mensile e extra). Ricordate il concetto di fiocco di neve del debito? Sono le piccole cifre che risparmiamo e che possono aiutare a creare la prima "palla di neve".

Quarto passo: una volta estinto il primo debito, passare la somma di rata più extra al pagamento del secondo debito (rata del primo, rata del secondo ed extra).

Quinto passo: continuare fino a che non si è estinto anche il secondo debito e passare al terzo fino a che non si saranno affrontati tutti i debiti.

Ora avete capito perché si chiama palla di neve del debito? Perché il piccolo extra che mettete all'inizio permetterà la creazione di una valanga che distruggerà i debiti (almeno in teoria).

In questa metodologia è data grande importanza ai piccoli risparmi, quindi i consigli dati fino ad oggi e quelli che verranno nei prossimi giorni vi potranno aiutare a creare il primo fondo extra (ecco un utilizzo per il vostro barattolo dei risparmi...).

Si accettano consigli! Siete pronti ad iniziare?

giovedì 2 aprile 2009

Inglese per economi: debt snowball

Debt snowball: letteralmente, palla di neve del debito. Avete presente quella palla di neve che inizia la valanga in tutte le storielle? Bene, questa palla di neve dovrà iniziare la valanga di distruzione del vostro debito. E'una delle metodologie di gestione e risoluzione dei debiti di matrice americana che spero di riuscire ad adattare al pubblico italiano. Ah, i piccoli risparmi e i piccoli guadagni sono i fiocchi di neve che formano la palla....

mercoledì 1 aprile 2009

Oggi...

... nessun post serio, ma buon primo aprile!!!!